Ezio Bosso, la sua Sinfonia per gli Alberi di risonanza e un ricordo dell’Alba

Under The Tree’s Voices è la composizione che Ezio Bosso, compositore, direttore d’orchestra e uno dei rari virtuosi di contrabbasso in ambito classico, scrisse per “I Suoni delle Dolomiti” nel 2010. 

Dedicata agli alberi di risonanza della Val di Fiemme, fu eseguita nel luglio di quell’anno dal Buxusconsort e dall’Orchestra Filarmonica 900 del Teatro Regio di Torino nel Parco di Paneveggio. Proprio là, nel cuore della Foresta dei violini, dove crescono gli abeti rossi di risonanza che fin dai tempi di Stradivari vengono selezionati per costruire pregiati strumenti musicali. 

“Quando Paolo e Chiara mi hanno proposto di scrivere un brano sulla Foresta dei Violini ho subito sorriso per la felicità. Poi mi hanno mandato del materiale da cui iniziare a prendere spunti e ho cominciato a “studiare”. Ho avuto paura, ma uno dei vantaggi di crescere è che cominci a riconoscere dei passi delle tue emozioni, delle tue paure; la memoria. Un po’ come quella degli alberi e quando qualcosa mi entra in maniera così forte mi perdo. È un vero e proprio bisogno e quando mi perdo trovo cose da raccogliere… Ho letto di camminate, di caratteri degli alberi, di composizioni chimiche, di cicli, di anelli, di fotosintesi, di liutai e di boscaioli, di guardaboschi e leggende”. 

Per Under The Tree’s Voices Ezio Bosso evitò di raccontare semplicemente una storia, lasciò fluire la sua immaginazione, scrivendo una vera e propria sinfonia in cinque movimenti. 

“Immagino il viaggio dell’uomo verso quel luogo e il viaggio dell’albero verso il suono dell’uomo. Immagino l’intreccio tra gli alberi e gli uomini. La simbiosi. La musica, tutta la musica, non esisterebbe senza questo intreccio. Gli alberi hanno le radici, quelle che cerchiamo noi uomini. Immagino i numeri degli alberi. Una sinfonia è un’idea per partire da una tradizione (rappresentare con un simbolo la nostra radice) e portarla davanti agli occhi di oggi. Immagino gli alberi che portano tra i loro anelli il segreto del giorno e della notte. Il Durame e l’alburno. Da qui sono partito, ma arriverò solo quando ci troveremo in quel bosco… Mi piacerebbe intitolare questa sinfonia: Under The Tree’s voices… Sotto le voci degli alberi”. 

Il Maestro rimase profondamente affascinato e toccato dall’esperienza di comporre un brano dedicato agli alberi, e di suonare fra le Dolomiti. 

“Per me è stato un viaggio che è durato un anno. Ora sono anche un albero nel vero senso del termine: la Comunità della Val di Fiemme mi ha intitolato un albero del Bosco che Suona. Quel giorno mi sono commosso. E mi sono reso conto ancora una volta di come tutto in realtà sia mosso da altro. Che quello che conosciamo in fondo serve solo a esprimere quello che sentiamo. E sì, diciamolo pure, dietro c’è sempre uno scambio d’amore. In questo caso per la musica, per i musicisti, per la Val di Fiemme, il Trentino, il festival I Suoni delle Dolomiti, per gli uomini degli alberi ma soprattutto per lui: l’Albero.” 

L’Alba più commovente

Ezio Bosso ritornò poi a “I Suoni delle Dolomiti” nell’estate del 2013. Al sorgere del sole, sul Col Margherita in Val di Fassa, eseguì in prima assoluta una nuova composizione Six Breaths con l’Italian Cello Consort.  

Per chi partecipò, fu un’esperienza commovente. La musica suonata nel santuario a cielo aperto, quali sono le Dolomiti, restituì a tutti un senso di gratitudine, ci avvicinò a un senso di grandezza e al mistero della Bellezza.