Nel 2025 i Suoni delle Dolomiti festeggiano il 30° anniversario. Tra i protagonisti della manifestazione oggi abbiamo intervistato Gianni Canale, Presidente del Collegio delle Guide Alpine, che per tre anni è stato il responsabile della sicurezza della manifestazione.
In questa intervista Gianni ci porta dentro il suo lavoro e ci racconta come la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni sia fondamentale per vivere in modo consapevole e rispettoso, sia verso sé stessi che verso l’ambiente circostante.
Gianni Canale, Guida Alpina per passione
Qual è il ruolo della Guida Alpina?
“C’è un gran lavoro da fare prima dell’evento” ci spiega Gianni “Giusto prima di fare il palinsesto ci troviamo intorno a un tavolo con il Soccorso Alpino e con Trentino Marketing per capire se i posti individuati sono corretti e idonei ad ospitare le persone che ci si aspetta all’evento. Perché ci sono luoghi che possono ospitare anche migliaia di persone, mentre in altri questi numeri non possono esserci per una questione di sicurezza della zona e quindi di insicurezza rispetto al territorio e rispetto all’accesso.” Aggiunge poi che la Guida Alpina “valuta anche, in base alla sua esperienza, gli itinerari del percorso per raggiungere il luogo dell’evento, che possono essere facili o difficili, su strade forestali piuttosto che sentieri.” “Poi, nelle ultime 24 ore prima del concerto, spetta alla Guida Responsabile della Sicurezza la decisione finale se fare o non fare il concerto in funzione del meteo.”
E durante l’evento?
“La Guida Alpina ha diversi compiti. Uno di questi è coordinare le varie figure tra Croce bianca, Vigili del fuoco e Carabinieri.” “Presta anche attenzione all’area del concerto, stabilisce dove mettere i mezzi affinché non siano visibili, ma abbastanza vicini per prestare soccorso in caso di necessità”. “Inoltre”, aggiunge Gianni, “la Guida delimita la zona, per verificare che i bambini, ma anche gli adulti, non si avvicinino troppo per un eventuale pericolo di caduta.”
Chi sono le Guide Alpine del Trentino?
“La Guida alpina è una figura professionale che ha il compito di guidare gli appassionati escursionisti lungo sentieri di montagna, su pareti di ghiaccio, sulla neve o sugli sci e ricopre un ruolo di professionista intellettuale che ha davvero grandi conoscenze delle tecniche alpinistiche su tutti i tipi di terreno”. “Diventare guida alpina è molto difficile, perché il corso di abilitazione è un lungo percorso di 120 giornate di formazione, più o meno, durante il quale ci sono determinati esami su tutti i vari tipi di terreno. È anche molto impegnativo dal punto di vista tecnico, perché comunque poi la Guida ha una grande responsabilità. Una di queste è quella di accompagnare il cliente in montagna facendolo divertire e facendogli conoscere il territorio e”, aggiunge, “trasmettendogli la propria passione per la montagna. E come in tutti i lavori, tu riesci a trasmettere passione solo se ce l’hai. Nessuno è diventato guida perché si è svegliato la mattina e l’ha deciso. È un percorso che viene da sé. E generalmente viene perché le guide alpine sono tutte prima alpinisti.”
Come è successo a te…
“Grazie a mio nonno. Io vivo in un paesino di montagna, proprio a misura di bambino, e sono sempre andato in giro qua e là. Mio nonno era appassionato di montagna e proprio lui ha iniziato a portarmici a otto o nove anni. La mia prima salita è stata piuttosto interessante, per le vie delle Bocchette sul Brenta. Da lì mi sono innamorato della montagna e per andare a scalare marinavo anche la scuola.” È così che Gianni ci confida, ridendo, anche un altro piccolo segreto “Ero giovane e non c’era niente che venisse prima dell’alpinismo per me. Ed è stato così che anche la mia ragazza mi ha lasciato perché la mettevo in secondo piano. Una brutta roba.”
Ti ricordi il momento in cui hai deciso di diventare Guida Alpina?
“È una cosa che è venuta da sé dopo dodici anni che praticavo l’alpinismo, quasi per caso.” E aggiunge “non è che era qualcosa che dici ‘Io da grande farò il pompiere!’ Fare la guida alpina è un’evoluzione dell’amore e della conoscenza.”
Qual è la cosa più importante che deve ricordare chi va in montagna?
“Conoscere i propri limiti. Se siamo già stati in montagna, bisogna sapere come approcciarsi. Se invece non ci siamo mai stati, sarebbe opportuno informarsi bene o essere accompagnati dalle guide. Ma anche una persona del luogo, che frequenta la montagna, può dare delle buone indicazioni.” E aggiunge “Quello che manca in generale è l’autoresponsabilità. Tante persone non sono più in grado di essere responsabili delle azioni che fanno, e poi danno la colpa a qualcuno o qualcosa.”
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