“Trent’anni fa mi arrivò una telefonata, sapevano che ero un musicista che ama sperimentare. Però, suono il violoncello, non proprio un flauto. Mi chiesero se me la sentivo di portarmelo in spalla per un paio d’ore, per poi suonare in un luogo sensazionale. Dissi di sì, anche perché ero abituato ad esercitarmi in una casetta in montagna. In verità, in un lampo, vedevo delinearsi quello che avevo sempre sognato. Era la prima stagione dei Suoni, a volte arrivavano sì e no 50 persone. Ma funzionava. Da allora, con il mio violoncello, e in compagnia dei trentini, sono salito ovunque”.
Sono le parole del direttore artistico Mario Brunello.
