Suoni per incontrarsi, musica di sintesi

Per le strade alpine hanno transitato uomini e merci, eserciti e pellegrini. Lì i passi erano “ponti”, i sentieri a mezza costa vie di comunicazione, perché più agevoli del fondovalle, invaso spesso da torrenti e fiumi.

Perché le Alpi, mai sono state barriere, a dispetto di quell’immaginario romantico che le ha volute barriere invalicabili.

I Suoni, esattamente come le nostre montagne, sono luoghi di incontro, di scambio, di relazione. È a I Suoni che linguaggi musicali diversi possono dialogare. Niente barriere fra i generi, fra la classica e il jazz, l’operistica e il pop, il folk, o i cori di montagna. Perché la musica è universale.

Quest’estate, ad esempio, durante il trentennale, a malga Brenta Bassa, dentro il Parco Naturale Adamello Brenta, l’area protetta più vasta del Trentino, si sono incontrati, contaminati e fusi, due mondi sonori distinti e altrove distanti: Paolo Fresu e l’Orchestra Haydn.

Fresu, uno dei più grandi jazzisti italiani, aveva già portato più volte la sua tromba sulle Dolomiti, dialogando fra gli altri con i musicisti del Conservatorio Bonporti di Trento o con Giovanni Lindo Ferretti, e proprio dai Suoni aveva tratto ispirazione per realizzare un’esperienza di questo tipo nella sua Berchidda, in Sardegna.

L’Orchestra Haydn, una vera e propria istituzione culturale del Trentino Alto Adige/Südtirol,  è un pilastro della musica classica e operistica regionale, con un repertorio che spazia dal barocco alla musica contemporanea.

Ai piedi delle Dolomiti di Brenta, e a due passi dalle cascate di Vallesinella, Paolo Fresu e la Haydn hanno dato vita ad un incontro musicale unico, uno di quei momenti per i quali vale la pena esserci, perché altrimenti irripetibile.

I Suoni delle Dolomiti servono anche a questo: far cadere barriere e pregiudizi, aprire orizzonti.

Proprio come succede quando si sale in quota: dall’alto gli orizzonti si allargano.